Esempio pratico raddrizzamento analitico omografico

Raddrizzare e misurare avendo a disposizione una foto e le coordinate di una serie di punti appartenenti ad un piano. Caricando l'immagine e scegliendo dalla finestra dei modi di lavoro la scheda appropriata, siamo in grado di iniziare a collimare i punti di coordinate note.

Tali punti possono essere determinati a priori per mezzo di uno Omografia1 strumento topografico, oppure con lo stesso software e di un progetto di tipo geometrico, chiaramente con precisione inferiore . Si può adoperare una foto presa di scorcio per la determinazione delle coordinate di alcuni punti con il metodo geometrico, per utilizzarli poi per raddrizzare un'immagine quasi-frontale con il metodo 2D (omografico).
Se si dispone di un file con le coordinate dei punti, questo può essere direttamente importato, altrimenti si possono inserire le coordinate al momento della collimazione.

Con questo metodo di lavoro i punti noti devono giacere su di un piano, il fotopiano di raddrizzamento. Tale piano diverrà Omografia2 metricamente corretto al momento del ricampionamento della foto in immagine raddrizzata. Per poter produrre un raddrizzamento sono necessari un minimo di quattro punti. Fornendone un numero maggiore, i parametri della prospettiva vengono risolti a minimi quadrati. Il pannello dei report fornisce gli otto parametri della trasformazione omografica ed i residui sui punti, misurati nella stessa unità di misura con cui sono stati forniti i punti d'appoggio. Se si desidera passare alla fase di misura è necessario fornire al sistema la posizione del punto principale.
Tale punto nelle fotocamere digitali può essere approssimato con il centro geometrico dell'immagine, ma può essere stimato dal Omografia3 software stesso con la modalità Geometrico o Analitico 3D.L'aggiunta di questo dato permette di raddrizzare anche sui piani ortogonali (verticale ed orizzontale) a quello di appartenenza dei punti di appoggio.

Il passaggio in modalità di misura può essere eseguito automaticamente scegliendo l'origine del sistema di riferimento su uno dei punti di appoggio. Anche in questo caso si possono ottenere misure tridimensionali, file ascii con elenco delle misurazioni eseguite ed export in formato dxf delle stesse.